Cantina Molettieri, l’importanza del saper attendere

Cantina Molettieri, l’importanza del saper attendere

“A chi sa attendere, il tempo apre ogni porta” (Antico proverbio cinese). Se si parla di vino e per di più in Campania, il nome Molettieri è uno di quelli dotati di grande forza evocativa. Molettieri è sinonimo di storia vitivinicola di Montemarano, dell’Aglianico, del Taurasi e dei grandi vini rossi campani e di quell’insieme di competenze e di conoscenze, tramandate di generazione in generazione che costituiscono ingrediente essenziale all’affermazione delle grandi tradizioni vitivinicole.

La Cantina Giovanni Molettieri è il ramo della dinastia di vignaioli che ha iniziato il proprio percorso professionale nel 1999 e che trova oggigiorno nell’enologo di casa, Giovanni, nipote dell’omonimo fondatore, l’enfant prodige del Taurasi ed epigono delle tradizioni familiari.

È l’Aglianico l’indiscusso protagonista della produzione aziendale, vitigno a bacca rossa originario della Grecia, il cui nome deriverebbe infatti dal termine ‘ellenico’, e che Giovanni riesce a declinare in modo magistrale nelle diverse varianti consentite dai disciplinari di produzione: dalle versioni base fino a giungere al campione di casa il Taurasi, presentato anche in una elegantissima versione riserva.

A Montemarano, nel cuore dell’Irpinia, l’Aglianico incontra le condizioni ideali per dare vita ai grandi vini rossi di questa zona del nostro Belpaese, e che conferiscono ad essi singolari doti di eleganza, struttura e carattere. Il territorio, circondato da sinuose colline, si trova sul cosiddetto versante adriatico della dorsale appenninica ed è caratterizzato da terreni argillosi-calcarei posti a circa 480/520, metri sul livello del mare, ricchi di depositi vulcanici originati da antichissime eruzioni. Grazie alla felice combinazione dei diversi elementi dell’ambiente pedoclimatico è possibile ottenere una maturazione graduale delle uve e quindi una vendemmia leggermente posticipata, il che contribuisce a conferire equilibrio ed eleganza ai vini.

Alle doti naturali del territorio si aggiungono poi la mano dell’uomo e la filosofia produttiva che in Giovanni è ispirata alle antiche tradizioni tramandate di generazione in generazione. Il tratto distintivo è quello di … ‘saper attendere’, non farsi prendere cioè dalla smania del ‘tutto e subito’ e lasciare che sia il tempo, ovviamente insieme al sapiente utilizzo delle moderne tecnologie ad indicare quando un vino è pronto per essere immesso sul mercato. È proprio nel solco tracciato tra ‘attesa’ e ‘conoscenza’ che si colloca il valore aggiunto dello stile di questa azienda.

In effetti, se il disciplinare di produzione impone per la versione base di Taurasi un periodo di invecchiamento obbligatorio minimo di almeno 3 anni di cui almeno uno in botti di legno, e per la tipologia “Riserva” un periodo di invecchiamento obbligatorio minimo di almeno 4 anni, di cui almeno 18 mesi in botti di legno, i vini di Giovanni Molettieri devono ‘sostare’ in maturazione e poi in affinamento per periodi molto più lunghi. È solo così infatti che l’Aglianico riesce a rivelare la parte migliore di sé: il trascorrere del tempo ne leviga l’impetuosità e una certa aggressività originaria del carattere e ne esalta l’eleganza delle sfumature organolettiche con le vibranti tonalità sapide del sorso sorrette dall’imponente impalcatura acido-tannica tipica di quest’uva. Insomma, parliamo di vini che fanno della qualità e dell’eccellenza il proprio marchio di fabbrica e che finalmente hanno iniziato a ricevere meritate attenzioni tanto della critica quanto del grande pubblico.

Alla loro prime apparizioni nelle guide tecniche di settore, in effetti, il Dolium Irpinia Campi Taurasini 2013 ha ricevuto i ‘tre cornetti gold’ della Guida-Catalogo delle aziende vitivinicole e vinicole della Campania 2018 (la guida regionale AIS) e i ‘tre tralci e mezzo’ in Vitae 2019 (la Guida nazionale AIS).

Il Senex Taurasi Riserva 2011 ha ricevuto anch’esso i ‘tre tralci e mezzo’ in Vitae 2019 e in più è stato insignito della menzione di ‘vino Cupido’ che in quella guida è riservata ai vini che “hanno suscitato nei degustatori intensi valori emozionali”.

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